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Questi vini sono particolari perché, come nella metodologia originaria, la loro spuma è prodotta dalla fermentazione in bottiglia degli zuccheri delle uve, e non da zuccheri aggiunti e pertanto possono essere imbottigliati solo durante la vendemmia o immediatamente dopo.
Questa nostra scelta, per poter utilizzare vini ottenuti da uve mature, quindi strutturati e complessi, al fine di arrivare ad un prodotto di poca aggressività carbonica, cremoso ed equilibrato, adatto anche alla tavola.
Il loro valore, oltre che dalla qualità delle uve e dal costo di un lavoro totalmente manuale, è determinato dal tempo: sia quello che trascorre dal riempimento della bottiglia alla sua sboccatura per eliminare il deposito lasciato dalla fermentazione – non meno di 4 anni – sia quello che trascorre dalla sboccatura al consumo – da pochi mesi a molti anni.
A conferma di una longevità evolutiva eccezionale, sono ancora in vendita bottiglie della prima produzione del 1987.
Questa produzione, unica e millesimata, in quanto anche gli zuccheri della presa di spuma sono delle stesse uve utilizzate per la vinificazione, in realtà si presenta come “RiBolla” in quanto le uve di Ribolla gialla hanno costituito buona parte dell’uvaggio.
“RiBolla” è poi diventato “Perle d’Uva” per l’ampliamento dell’uvaggio e il cambiamento della metodologia.
Oggi infatti, i vini normalmente utilizzati sono una cuvèe delle due annate che precedono quella dell’imbottigliamento utilizzata per fornire gli zuccheri necessari alla rifermentazione in bottiglia.
Le uve impiegate sono pertanto almeno di tre annate e di diverse varietà, tutte tradizionalmente prodotte anche se di varietà considerate internazionali come i pinots ed il sauvignon non aromatico, o autoctone come il Friulano (ex Tocai Friulano), la ribolla gialla, la malvasia istriana ed il verduzzo friulano.
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